Le zecche


Cosa sono e come sono fatte
Il loro ciclo biologico
Per passare da uno stadio all’altro la zecca deve necessariamente salire su un “ospite” (che può essere il cane o il gatto, ma le zecche non fanno grandi distinzioni e generalmente si attaccano a qualsiasi mammifero o uccello capiti loro a tiro) ed effettuare il pasto di sangue. Resta attaccata per circa 5 giorni, dopo di che torna a terra per la mutazione allo stadio successivo. Quando diventa adulta, la femmina effettua il suo ultimo abbondante pasto di sangue prima di staccarsi nuovamente per andare poi a deporre le uova nell’ambiente.
La durata dell’intero ciclo è molto variabile (da qualche mese a 3 anni) e il numero delle uova deposte da una singola femmina è intorno a 3.000 (a seconda della specie raggiunge anche 10.000!).
Ricapitolando: la zecca è un ectoparassita ematofago, obbligato (perché DEVE salire su un ospite per proseguire il suo ciclo biologico) ma temporaneo (perché sale e scende, risale di nuovo e riscende).
Dove e quando si trovano le zecche
Abbiamo visto che il ciclo della zecca inizia e finisce nell’ambiente.
Gli habitat ideali per le zecche sono i prati, i sottoboschi, gli appezzamenti agricoli, zone dove la vegetazione crea un ambiente umido e protetto. Tuttavia, se vengono introdotte in ambiente urbano o in una abitazione, quando si staccano dall’ospite vanno a rifugiarsi nei vari anfratti, nelle crepe dei muri, dietro i battiscopa, sotto i tappeti, i mobili.. in sostanza si adattano a qualsiasi posto in cui si possono nascondere. E ricordiamoci l'elevatissimo numero di uova che una sola femmina riesce a produrre!
L’attività delle zecche è legata inoltre alla temperatura ambientale e, per la maggioranza delle specie, le infestazioni si verificano durante i mesi caldi, con dei picchi a primavera e inizio autunno. Quando poi le temperature si abbassano le zecche vanno a rifugiarsi ed entrano in uno stato di quiescenza chiamato “diapausa”. Ma quando la stagione è particolarmente mite è possibile trovarle ancora attive nel tardo autunno e a inizio inverno.
La specie Dermacentor reticulatus si distingue per essere particolarmente resistente alle basse temperature, motivo per cui è più facile trovarla in zone ad elevata altitudine.

Dermacentor
reticulatus
L'assalto
Durante la stagione di attività le zecche tendono a salire sui fili di erba o sui piccoli arbusti in attesa dell’ospite.

Le zecche possono attaccarsi un po’ ovunque sul corpo, ma più frequentemente si localizzano nella zona della testa: alla base delle orecchie, attorno agli occhi e alle labbra, ai lati del collo.
La zecca, per attaccarsi, prima produce una piccola ferita sulla cute attraverso la quale inserisce il rostro (l’ipostoma, se vogliamo usare il termine scientifico). A quel punto secerne una sostanza cementante che fissa il suo apparato buccale all’interno della pelle dell’animale (è per questo che non vanno semplicemente “tirate via”: così facendo il rostro si stacca dal corpo e rimane all’interno della pelle).
Ora la zecca può iniziare a nutrirsi, alternando delle fasi in cui succhia il sangue dell’animale a fasi in cui invece rilascia diverse sostanze nel sangue dell’animale stesso. Queste sostanze hanno effetti antinfiammatori e anticoagulanti, deprimono le difese immunitarie dell’ospite e permettono alla zecca di continuare a nutrirsi per tutto il tempo necessario. E’ così che degli agenti patogeni eventualmente presenti nella zecca vengono trasmessi all’animale che la ospita.
Problemi di salute associati alle infestazioni da zecche
Vediamo quindi quali sono i problemi che le zecche possono determinare.
- Tanto per cominciare, la zecca essendo parassita ematofago sottrae sangue all’ospite. Nel caso di infestazioni massive (soprattutto da parte di zecche femmine adulte) questo può provocare anemia, talvolta anche molto grave.
- Le lesioni cutanee provocate dal rostro della zecca possono infettarsi, o attrarre insetti i quali possono a loro volta creare ulteriori problemi. Inoltre, se la zecca non viene rimossa correttamente, il rostro si stacca e rimane dentro la cute, determinando una reazione infiammatoria granulomatosa (si forma un nodulo attorno al residuo della zecca).
- Le zecche possono inoltre trasmettere pericolose malattie a carattere sistemico (ne basta una). Il rischio di trasmissione è direttamente proporzionale alla durata e all’intensità del pasto di sangue: in linea di massima, nelle prime 48 ore è relativamente basso mentre dopo 48 ore diventa elevato (con una certa variabilità in base all’agente patogeno).
Le principali malattie trasmesse dalle zecche ai nostri animali in Italia
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Piroplasmosi
La piroplasmosi è causata un protozoo del genere Babesia e colpisce il cane.

Una volta penetrata, la babesia si moltiplica nei globuli rossi determinandone la rottura e provocando così una sindrome caratterizzata da febbre e abbattimento, anemia, ittero e possibili complicazioni a carico di apparato renale, digerente e sistema nervoso.
Ma non sempre un’infezione da Babesia determina la comparsa di una malattia così conclamata, i sintomi possono essere più attenuati e la malattia più subdola. Viceversa, nel caso di infestazioni gravi si può avere un decorso rapidissimo con morte in pochi giorni.
Questa variabilità dipende
- dalla specie di Babesia coinvolta:ne esistono diverse, la più comune in Italia è la Babesia vogeli, la più pericolosa invece è la Babesia canis, quest’ultima trasmessa dalla zecca Dermacentor reticulatus;
- dal numero di zecche infette che parassitano il cane trasmettendogli i protozoi;
- dalla resistenza dell’animale stesso.
Ehrlichiosi
L’ehrlichiosi è una malattia batterica causata da diverse specie di batteri intracellulari (Ehrlichia canis, E. ewingii, Anaplasma phagocytophila, A. platys..) che può colpire sia il cane che il gatto, oltre che l’uomo.

La trasmissione avviene dopo 24-48 ore ed il periodo di incubazione è di 1-2 settimane.
La malattia si presenta con una prima fase acuta, che può dare sintomi più o meno appariscenti a seconda della specie batterica in causa e delle caratteristiche del soggetto colpito dall’infezione. Segue poi una fase subclinica in cui non si hanno più sintomi clinici evidenti ma la malattia sta progredendo verso la fase cronica, quella generalmente più pericolosa poichè animali gravemente malati possono sviluppare quadri clinici molto seri e potenzialmente mortali.
Malattia di Lyme o
Borreliosi
Epatozoonosi